


Il barocco assolato di chiese e palazzi riporta alla Sicilia, mentre i castelli aprono le visioni alle guarnigioni normanne, angioine e aragonesi. Se t’imbatti in una masseria, l’architettura e la campagna ti suggeriscono evocazioni spagnole, e poco distanti le ville moresche ricordano il passaggio, a volte cruento, degli arabi e dei saraceni. Nel mare si rispecchiano fondali illesi, e in acqua sembra d’essere in Grecia, che è lì, dirimpettaia.
Su tutto, la storia, i colori, i drammi, la vita del Mar Mediterraneo, “finibus terrae”, commistione suggestiva di sacro e profano, alba dei popoli.
È questo il Salento, territorio divenuto in pochi anni “brand” turistico fra i più noti e ricercati, capace di costruire un valore sui propri elementi strutturali, il paesaggio, la tipicità, il cibo, l’architettura, la manualità, la musica, l’arte, in una parola la cultura.
Ecco perchè la proposta che tutti noi operatori turistici di questo estremo lembo d’Italia offriamo ai visitatori è quella di condividere un’identità, di ascoltare e partecipare alle narrazioni che rievocano e attribuiscono significati alle cose, di cogliere quante professionalità e competenze, ma anche quanta passione, stiano dietro alla nascita di tanti attrattori – l’agroalimentare di qualità ed il vino rosato, la taranta e le arti visive, il cinema e i parchi naturali, il riuso e l’ecosistema – che riescono oggi a connettere una popolazione che sulle tracce del passato sa indicare la strada di uno sviluppo a misura di persona.
Fotografie Salento: Claudio Settembrini